Si svolge giovedì 23 novembre alle 18.30 l’incntro “Don Milani e l’uomo del futuro” con Eraldo Affinati.

Il taglio dell’incontro sarà di conversazione. Eraldo Affinati dopo una sua breve relazione, anche “attualizzante” su Don Milani, entrerà in dialogo prima con padre Stefano Fossi, gesuita ex parroco della chiesa di San Saba a Roma, attuale parroco della chiesa del Sacro Cuore di Trieste e Superiore della locale comunità dei gesuiti; poi con Marina Del Fabbro, insegnante di scuola media e presidente della sezione triestina dell’Uciim (Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori); infine con il pubblico: in particolare con i docenti di scuola, in quanto l’incontro è organizzato in partnership con l’Uciim e in collaborazione l’Ufficio Scuola della Diocesi di Trieste

«A quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi e straordinario italiano, tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci» si legge nel sito dello scrittore.

«Affinati – prosegue la nota – ne ha raccolto la sfida esistenziale, ancora aperta e drammaticamente incompiuta, ripercorrendo le strade della sua avventura breve e fulminante: Firenze, dove nacque da una ricca e colta famiglia con madre di origine ebraica, frequentò il seminario e morì fra le braccia dei suoi scolari; Milano, luogo della formazione e della fallita vocazione pittorica; Montespertoli, sullo sfondo della Gigliola, la prestigiosa villa padronale; Castigliocello, sede delle mitiche vacanze estive; San Donato di Calenzano, che vide il giovane vice parroco in azione nella prima scuola popolare da lui fondata; Barbiana, “penitenziario ecclesiastico”, in uno sperduto borgo dell’Appennino toscano, incredibile teatro della sua rivoluzione».

«Ma in questo libro, frutto di indagini e perlustrazioni appassionate, tese a legittimare la scrittura che ne consegue, non troveremo soltanto la storia dell’uomo con le testimonianze di chi lo frequentò. Affinati ha cercato l’eredità spirituale di don Lorenzo nelle contrade del pianeta dove alcuni educatori isolati, insieme ai loro alunni, senza sapere chi egli fosse, lo trasfigurano ogni giorno: dai maestri di villaggio, che pongono argini allo sfacelo dell’istruzione africana, ai teppisti berlinesi, frantumi della storia europea; dagli adolescenti arabi, frenetici e istintivi, agli italiani di Ellis Island, quando gli immigrati eravamo noi; dalle suore di Pechino e Benares, pronte ad accogliere i più sfortunati, ai piccoli rapinatori messicani, ai renitenti alla leva russi, ai ragazzi di Hiroshima, fino ai preti romani, che sembrano aver dimenticato, per fortuna non tutti, la severa lezione impartita dal priore».