Si svolge giovedì 16 novembre alle ore 18.00 nella sala Piccola Fenice in via San Francesco 5 l’incontro “Inquinamento del suolo e sottosuolo nell’Area portuale di Trieste in una prospettiva di sviluppo sostenibile”, con gli interventi di Luca Marchesi, direttore generale di ARPA FVG (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Friuli Venezia Giulia) e di Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.

Intervengono: Sara Vito assessore all’Ambiente della Regione FVG e Luisa Polli, assessore all’Ambiente del Comune di Trieste

Con il Decreto Ronchi del 1997, i siti contaminati sono stati normati in modo sistematico nella legislazione italiana. Attualmente, la materia è inserita all’interno del Testo Unico Ambientale che raggruppa le diverse tematiche ambientali (Titolo V, parte IV).

Nell’articolo 3-quater del Testo Unico Ambientale si legge il principio fondamentale della normativa sull’impatto ambientale delle attività produttive: “Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future”.

Per l’identificazione di “sito inquinato” la normativa italiana ha condiviso l’approccio statunitense basato sull’analisi di rischio. Tale approccio consiste essenzialmente nel valutare, in funzione del contesto ambientale descritto nel modello concettuale del sito (MCS), lo stato della contaminazione in relazione ai rischi connessi alla salute umana.

I siti di interesse nazionale (SIN) presenti nella regione sono stati individuati in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, così come stabilito dall’art. 252 del D.Lgs 152/06.

In Friuli Venezia Giulia sono presenti 2 SIN, la Laguna di Grado e Marano e Trieste. Il Sito di Interesse Nazionale di Trieste è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 24 febbraio 2003.

Il sito è ubicato a sud-est della Città di Trieste e comprende un’area di circa 1700 ettari. La parte a terra del sito occupa una superficie di circa 500 ettari, ricadente nei territori dei Comuni amministrativi di Trieste e Muggia e confina ad est con il Comune di San Dorligo della Valle; la parte a mare comprende 1200 ettari e si trova compresa entro la parte più orientale del Golfo di Trieste, coincidente con l’area portuale che si estende dal Molo V del Porto Franco Nuovo fino a Punta Ronco ed è delimitata verso il largo dalle dighe foranee.

Qui la perimetrazione

Il 25 maggio 2012 è stato sottoscritto a Trieste l’Accordo di Programma fra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste, Comuni di Muggia e Trieste, EZIT ed Autorità portuale di Trieste per gli “Interventi di riqualificazione ambientale funzionali alla reindustrializzazione e infrastrutturazione delle aree comprese nel SIN di Trieste”.

Il 24 agosto 2017 la conferenza dei servizi riunitasi al ministero dell’Ambiente aveva condiviso la proposta della Regione Friuli Venezia Giulia di riperimetrare il Sin (Sito inquinato nazionale) di Trieste, raccogliendo l’invito deliberato dalla Giunta regionale il 17 luglio 2017 su proposta dell’assessore all’Ambiente, Sara Vito.

La direzione regionale Ambiente ed Energia aveva verificato, in preparazione alla Conferenza dei servizi, che, alla luce delle caratterizzazioni eseguite, ci sono i presupposti per escludere dal perimetro del Sin la parte preponderante delle aree affacciate al Canale navigabile.

Degli effetti dell’inquinamento a Trieste si è occupato anche il report Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento) dell’Istituto Superiore di Sanità.

I Siti (39 a livello nazionale) secondo il report sono inquinati da sostanze pericolose e cancerogene come diossina, amianto, petrolio, piombo, pcb, mercurio. In media il rischio di mortalità per coloro che vi sono esposti è più alto del 15% circa rispetto alle medie regionali.

Ecco cosa si legge nello Studio sul caso Trieste:

“Il Decreto di perimetrazione del SIN elenca la presenza di impianti chimici, una raffineria, un impianto siderurgico e un’area portuale. La mortalità per le principali cause di decesso mostra per entrambi i generi eccessi per tutte le cause, malattie dell’apparato circolatorio, respiratorio e digerente. Nelle donne è evidente anche un eccesso per tutti i tumori. Il tumore del colon-retto e le malattie acute dell’apparato respiratorio sono in eccesso in entrambi i generi, l’osservato supera l’atteso tra gli uomini per il tumore della pleura e tra le donne per le malattie respiratorie acute e croniche. La relazione tra inquinamento atmosferico e tumore polmonare a Trieste è stata oggetto di due studi caso-controllo che hanno incluso solo uomini e hanno evidenziato un’associazione positiva e rischi maggiori per i residenti nel centro cittadino e nei pressi della zona industriale”.

Per approfondimenti:

ARPA FVG: http://www.arpa.fvg.it/cms/tema/suolo/approfondimenti/SIN.html

REGIONE FVG: http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/ambiente-territorio/tutela-ambiente-gestione-risorse-naturali/FOGLIA1/#id2

http://www.regione.fvg.it/rafvg/giunta/dettaglio.act;jsessionid=FAAF51E0FED92DD497F3DE934A0FB5BC?dir=/rafvg/cms/RAFVG/Giunta/Vito/comunicati/&id=102577&ass=C07&WT.ti=Ricerca%20comunicati%20stampa

MINISTERO DELL’AMBIENTE: http://www.isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilva/normativa/normativa-ambientale/Dlgs_152_06_TestoUnicoAmbientale.pdf

AUTORITÀ PORTUALE: http://www.porto.trieste.it/wp-content/uploads/2017/07/CS-AdSP_AO-18-07-2017-RIPERIMETRAZIONE-SIN-UN-PASSO-DECISIVO-PER-LO-SVILUPPO-INDUSTRIALE-DEL-PORTO.pdf

Una voce critica: http://rinascitats.blogspot.it/2017/08/zona-industriale-75-ettari-su-500-del.html