In vista del primo incontro delle Giornate Ignaziane, che si svolge a Gorizia il 12 marzo 2022, con appuntamento alle ore 14.30 davanti alla chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia per la visita guidata, anticipiamo una breve descrizione dell’edificio sacro ed una galleria di foto.
SAN FRANCESCO SAVERIO
L’altare al suo interno fu eretto nel 1686 per committenza del conte Germanico della Torre: è policromo, con ornamenti ad intarsio geometrici ed è inoltre simile a quello della cappella di San Giuseppe. La pala d’altare, dipinta nel 1920 dal goriziano Clemente Del Neri raffigura l’Apoteosi di San Francesco Saverio: la parte inferiore e la parte sinistra sono occupate da alcuni appestati, mentre la parte destra è occupata da alcuni abitanti dei paesi da lui convertiti i quali implorano l’aiuto e la grazia del santo. Questa cappella è l’unica a custodire un tabernacolo probabilmente elaborato nella bottega del Lazzaroni.
Di fronte all’altare vi è una seconda pala, probabilmente situata in precedenza sull’altare ligneo che si trovava al posto dell’attuale tavola liturgica marmorea, raffigurante sempre San Francesco Saverio invocato contro la peste.
CAPPELLA DELL’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
L’altare fu iniziato nel 1764 per volere del conte Nicolò Francesco di Strassoldo in sostituzione di quello precedente, finanziato dal conte Germanico della Torre, il quale venne rimosso e trasportato nella chiesa di San Pietro (ora nell’attuale Slovenia). Nella pala d’altare è rappresentata la “Deposizione”, opera di Franz Lichtenreiter del 1764. I fratelli Lichtenreiter: Franz (1700-1775) e Johann Michael (1706-1780), e il figlio di quest’ultimo Cari (1741-1817), costituivano una vera e propria dinastia di pittori originari della Bassa Baviera che fece la sua fortuna nell’ambito dell’Impero, e in particolar modo a Gorizia. Il dipinto rappresenta due uomini nell’atto di calare il corpo di Gesù dalla croce, mentre altre due persone stanno aprendo il sudario in cui avvolgere Cristo: quest’ultimo crea una linea innaturale come per sottolineare il suo trapasso. In primo piano sta un bacile che probabilmente aveva contenuto la Sindone; accanto ad essa ci sono i tre chiodi con cui fu crocifisso Cristo. Sullo sfondo ci sono tre donne, che probabilmente sono la Vergine, Maria Maddalena e Marta.
CAPPELLA DELL’IMMACOLATA
L’altare dell’Immacolata è stato eretto nel 1736, similare all’altare di San Raffaele (la cappella dell’Immacolata e quella di San Raffaele sono state le ultime ad essere costruite).
Il dipinto, presumibilmente attribuibile a un pittore di Graz, rappresenta l’Immacolata con ai piedi la falce della luna e il serpente, che è un altro attributo dell’Immacolata, simbolo di peccato, della tentazione del peccato originale di cui Maria ne è priva; spesso è rappresentata nell’atto di calpestarlo in segno di sconfitta del male.
CAPPELLA DI SANTA BARBARA
L’altare è composto da due colonne di marmo nero che sostengono il cornicione, sormontato da due angeli che sostengono il monogramma di Maria; questo ci fa pensare che probabilmente in origine qui vi era situata una pala dedicata a Maria stessa; e prima ancora la Cappella era dedicata a Stanislao Kotska, dove vi era un altare ligneo dedicato al santo. La mensa dell’altare è decorata con motivi geometrici di marmo policromo.
La pala attuale realizzata nel 1861, è opera del pittore goriziano Raffaele Pich. La santa è rappresentata in un atteggiamento solenne e tiene in mano i propri attributi: il calice con l’eucaristia e la spada con la quale fu decapitata dal padre, che dopo questo gesto fu fulminato. Sullo sfondo si può vedere una torre dove la santa fu rinchiusa dal padre, perché rifiutò di sposare un giovane pagano, dal momento che lei voleva consacrarsi a Dio.
CAPPELLA DI S. GIUSEPPE
L’altare è stato fatto in marmo con intarsi policromi, attribuito alla bottega del Pacassi. Lo fece erigere nel 1685 la famiglia dei conti Cobenzl: troviamo lo stemma familiare sia sull’altare, nel mezzo del piano rialzato con in cima due angeli, e sulla lastra nel pavimento.
La “Pala del transito di San Giuseppe” è del XVII secolo. Il santo giace sul letto attorniato da Cristo e dalla Madonna. In alto, il Padre e lo Spirito Santo (sotto forma di colomba) aspettano la sua anima con gli altri angeli, alcuni dei quali sono scesi fino al capezzale. Qui si possono vedere le rappresentazioni delle due Sacre Famiglie: quella Terrena composta da Giuseppe, Maria e Gesù; e quella Divina composta da Dio padre, Maria e Gesù.
Sulla parete di fronte all’altare, sopra il confessionale, si trova una seconda pala d’altare su cui è rappresentata la Sacra Conversazione. Nella parte inferiore della pala si trova la famiglia terrena di Gesù, con Maria e Giuseppe, mentre nella parte superiore si trova la famiglia divina con lo Spirito Santo (colomba), Dio Padre, vari angeli e un arcangelo. Tra le due famiglie possiamo idealmente tracciare una croce con l’asse centrale verticale (Gesù e lo Spirito Santo), e l’asse orizzontale che divide le due famiglie. Un rimando a Maria sono le rose che alcuni angeli stanno gettando sulla donna, mentre il rimando a Giuseppe è dato dal giglio che l’uomo porta in mano.
CAPPELLA DI SAN RAFFAELE ARCANGELO
La cappella, fatta edificare tra il 1743 e il 1745 dal conte Giovanni Battista della Torre, è l’ultima fatta costruire. La pala conservata nell’altare è di impostazione barocca per i colori e rappresenta l’Arcangelo Raffaele con Tobia: la linea che delimita i soggetti sale da un personaggio all’altro così da creare un effetto di elevazione verso l’alto. La pala d’altare è stata restaurata nel corso del 2020.
GLORIA DI S. IGNAZIO
L’opera, realizzata da Christof Tausch nel 1721, rappresenta un tema usuale dei gesuiti, che alludevano sempre a una chiesa forte e trionfante. L’affresco è incorniciato da sei maestose colonne dipinte, che rimandano alla facciata e sostengono una trabeazione spezzata corrispondente alla parte terminale della parete incastrata nella finestra semicircolare. Alle loro basi stanno a destra san Paolo e a sinistra San Pietro con le chiavi di custode del regno celeste. Nel mezzo, in un turbinio di nuvole e personaggi celesti, sale verso il cielo, dove lo aspetta la Ss. Trinità, il santo fondatore. in basso, un angelo mostra un libro aperto con la divisa gesuitica AD MAIOREM DEI GLORIAM. L’affresco rappresenta l’unica composizione monumentale barocca che si sia conservata a Gorizia.
Di seguito la galleria fotografica (credits: Parrocchia S. Ignazio Confessore – Gorizia):