L’8 febbraio si celebra la memoria di S. Josephine Bakhita. La ricorrenza è stata proclamata Giornata mondiale di preghiera, riflessione e azione contro la tratta di esseri umani.

Per conoscere il fenomeno, che vede una stima di circa 21 milioni di persone come vittime, il 70% delle quali donne e bambine, il 13 febbraio alle ore 18.30 presso la sede del Centro Culturale Veritas si svolge l’incontro dal titolo “La tratta degli esseri umani”. Relatrice è Mirta Da Pra, responsabile del gruppo Abele per il settore tratta.

La tratta di esseri umani (in inglese trafficking in human beings) è stata internazionalmente definita nel 2000 da uno dei tre Protocolli addizionali alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine transnazionale organizzato, il cosiddetto Protocollo addizionale sulla Tratta.

L’articolo 3 del Protocollo definisce la tratta come segue:

(a) La “tratta di persone” indica il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’ospitare o l’accogliere persone, tramite l’impiego o la minaccia di impiego della forza o di altre forme di coercizione, di rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità, dando oppure ricevendo somme di denaro o benefici al fine di ottenere il consenso di un soggetto che ha il controllo su un’altra persona, per fini di sfruttamento. Per sfruttamento si intende, come minimo, lo sfruttamento della prostituzione o altre forme di sfruttamento sessuale, lavoro o servizi forzati, la schiavitù o pratiche analoghe alla schiavitù, l’asservimento o l’espianto di organi;

(b) Il consenso di una vittima di tratta di esseri umani allo sfruttamento di cui alla lettera (a) è irrilevante laddove sia stato utilizzato uno qualsiasi dei mezzi di cui alla lettera (a);

(c) il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’ospitare o l’accogliere un minore a scopo di sfruttamento sono considerati “tratta di esseri umani” anche se non comportano l’utilizzo di nessuno dei mezzi di cui alla lettera (a) del presente articolo;

(d) Per “minore” si intende ogni persona avente meno di diciotto anni di età.

Gli elementi centrali della definizione sono dunque gli atti posti in essere dagli organizzatori, i mezzi di cui essi si servono e gli scopi finali della loro condotta. Questi sono rispettivamente:

– il reclutamento (ad esempio attraverso l’offerta di lavoro all’estero o all’interno del Paese) o il trasporto o il trasferimento (tra Paesi diversi o all’interno dello stesso Paese) o l’ospitare o accogliere persone trafficate;

– l’utilizzo di mezzi per realizzare gli atti sopra descritti, quali la minaccia o l’utilizzo della forza, di altre forme di coercizione, di rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilit;

– lo scopo di sfruttare la vittima in ambiti diversi (sfruttamento sessuale, lavorativo, riduzione in schiavitù, accattonaggio forzato, espianto di organi).

(da https://www.osservatoriointerventitratta.it)

Qui il link al sito del Gruppo Abele: https://www.gruppoabele.org/

(L’immagine infografica è tratta da Aggiornamenti Sociali)