In sede, sabato 20 e domenica 21 maggio, con Lugi Nason, Raniero Fontana, rav Alexander Meloni, Luciano Larivera e domenica pomeriggio visita al ghetto di Gorizia.

IL LIBRO DI RUT

Weekend biblico-talmudico solo in presenza al Centro Veritas

Non ci sono limiti di posti, si suggerisce l’iscrizione su  https://forms.gle/b5S86fbU6vSYvq3e6

 

Sabato 20 maggio

I sessione (9.00- 12.30)                 relatore: Luigi Nason biblista

II sessione (15.00-18.30)               relatore: Raniero Fontana ebraista e filosofo

Domenica 21 maggio

III sessione (9.00- 12.30)              relatori: rav Alexander Meloni rabbino di Trieste,

                                                                         Luciano Larivera SJ direttore Centro Veritas

IV sessione (14.58 – 19.02)           visita guidata al ghetto di Gorizia  (“Gerusalemme sull’Isonzo”)

                                                             con Lorenzo Drascek (presidente dell’ass. Amici di Israele)

                                                        In treno: andata 14.58 e ritorno 19.02 da Trieste Centrale

                                                                               (ognuno acquista i propri biglietti)

Il ghetto di Gorizia
Risalgono alla fine del XIII secolo le prime testimonianze di presenza ebraica nella Contea di Gorizia, e al XVI secolo un insediamento stabile in città. Il gruppo, concentrato per secoli nella zona di Cocevia, alle pendici del castello, fu sempre soggetto a periodi di tolleranza alternati a decreti di espulsione e a concessioni di privilegi, in particolare per lo svolgimento dell’attività di prestito.
Nel 1692, l’imperatore Leopoldo I dispose di istituire il ghetto nella contrada di Cocevia. Dopo quattro anni di valutazioni, tuttavia, la scelta ricadde sulla contrada di S. Giovanni (oggi via Ascoli), più periferica e distante dal percorso delle processioni. Un portone la isolava in corrispondenza dell’omonima chiesa; un altro era collocato a nord, verso il fiume Corno (oggi coperto). Gli ebrei della città vi dovettero entrare nel 1698; diversamente da molti altri casi, fu loro concesso di acquisire la proprietà degli stabili interni all’area. Nel 1699 fu innalzato un primo oratorio, nello stesso luogo dove più tardi sarebbe sorta la bella sinagoga tuttora esistente. Ai piani terra, si trovavano botteghe e laboratori. In città ebbe grande sviluppo in particolare la manifattura tessile, che diede impiego anche a non ebrei.

Il processo di emancipazione ebraica a Gorizia cominciò con un decreto locale del 1790, ma le opposizioni dell’autorità ecclesiastica ne ritardarono l’applicazione. L’abolizione del ghetto giunse con le occupazioni napoleoniche (dal 1797). Nel 1812 furono definitivamente rimossi i cancelli e molte libertà rimasero anche dopo la Restaurazione.

Nel 1876, la strada del ghetto fu intitolata al glottologo ebreo Graziadio Isaia Ascoli. Le opere di risanamento urbano compiute negli anni ’50 e ’60 del Novecento hanno portato alla demolizione di numerosi edifici dell’area, che oggi conserva solo parzialmente i caratteri originali.

 

 

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