Mercoledì 9 maggio alle 18.30, nella sede del Centro Culturale Veritas, P. Luciano Larivera S.I e la prof.ssa Maria Maternini tratteranno il tema “Parità uomo-donna: il Global Goal 5 dell’Agenda ONU 2030 e le religioni”.

La posizione di donne, bambine e anziane è fondamentale per la costruzione di società più giuste e inclusive e una crescita economica stabile e duratura.

Questa la sintesi e la motivazione dell’obiettivo 5 dell’Agenda ONU 2030, così formulato:

“Donne, ragazze e bambine devono avere uguali diritti e opportunità di lavoro. Devono poter esprimere le proprie idee e avere reali opportunità di partecipare alle decisioni nella famiglia, nella società e nell’economia. Bisogna garantire con leggi e azioni che le donne abbiano pari accesso alle risorse, alla ricchezza lasciata in eredità e alla terra. Ogni forma di violenza e ogni regola o pratica che possa danneggiare la loro salute fisica e mentale deve essere eliminata”.

Le diseguaglianze di genere restano tuttavia saldamente radicate nel mondo, con 4,4 milioni di donne in più rispetto agli uomini che sono costrette a vivere con meno di 1,90 dollari al giorno, ovvero al di sotto del limite di estrema indigenza definito dalle Nazioni Unite. Non si tratta però di questioni che riguardano soltanto i Paesi più arretrati: negli Usa, ad esempio, il tasso di povertà delle donne nere, indigene americane e abitanti dell’Alaska è il doppio di quello delle donne bianche e asiatiche.

Tra gli impegni delle Nazioni Unite, il perseguimento della parità di genere è probabilmente uno dei più scomodi da affrontare. La posta in gioco è alta e presuppone il rovesciamento di una logica secolare, radicata, naturalizzata, di dominio del pensiero maschile su quello femminile nei sistemi sociali e nelle relazioni.

Anche alle religioni è affidata questa sfida.

Al rovesciamento della logica dominante dovrebbe seguire o corrispondere la costruzione di una cornice istituzionale che renda possibile, non solo culturalmente ma anche istituzionalmente (leggi, regole, politiche e pratiche), il verificarsi di condizioni che permettano l’accesso di tutte e tutti al diritto all’istruzione, alla partecipazione alla vita economica e politica e ad ogni altra opportunità di sviluppo.

La parità nell’ambito delle religioni non è meno importante. L’estromissione della donna dallo spazio del sacro ha come risultato la sua mancanza di riconoscimento nel contesto familiare e sociale. Molti testi religiosi sono stati scritti in contesti patriarcali, incarnati nei limiti di un linguaggio umano prettamente maschile e sono stati interpretati nei secoli per giustificare dipendenza e discriminazione femminili. La creazione di Eva e la sua responsabilità in merito alla “caduta” hanno avuto un ruolo decisivo per l’elaborazione di un’antropologia asimmetrica, che ha considerato la donna “secondaria” (in quanto tratta dall’uomo), nonché colpevole a motivo del peccato. Le asserzioni intorno alla triplice inferiorità femminile (fisiologica, morale e giuridica) hanno posto le donne in un ruolo di secolare subalternità.

Come affrontare una complessa inversione di tendenza? Se ne parlerà all’incontro di mercoledì 9 maggio.

Tiziana Melloni