Siamo due ragazze che frequentano il IV anno del Liceo Petrarca e vi proponiamo la nostra esperienza “lavorativa’’ qui al Centro Veritas con la scuola Penny Wirton, approfittando di qualche minuto libero dall’insegnamento.

Iniziamo col dire che questo progetto ci è stato proposto casualmente qualche mese fa, come una delle scelte possibili per svolgere le ore richieste di alternanza scuola lavoro. La proposta è stata oggetto di discussione, tuttavia alla fine la maggior parte di noi studenti ha aderito al progetto con entusiasmo.

Non ancora a conoscenza di ciò che ci attendeva, qualche dubbio ha sfiorato i nostri pensieri. Il primo incontro formativo è stato fondamentale a farci comprendere la grande responsabilità che ci veniva affidata e soprattutto l’attenzione con la quale affrontare questa esperienza didattica.  Ci trovavamo per la prima volta di fronte a un mondo fatto di persone apparentemente molto diverse da noi, con lingua e cultura differenti, delle quali non conoscevamo il tragico passato; quindi, ‘’gentilezza’’ era una parola chiave da tenere sempre a mente.

Con l’inizio del progetto, abbiamo incontrato le prime difficoltà: non soltanto legate all’insegnamento ma ancor più all’instaurazione di un rapporto di fiducia e rispetto reciproco tra studente e insegnante.

Con il passare del tempo però è stato possibile creare un legame, seppur sottile, con questi giovani uomini e donne, sufficiente a rendere la lezione piacevole per entrambi. Le difficoltà e le differenze, che sembravano insormontabili, in realtà si sono pian piano affievolite.

Il primo passo è stato capire la loro sensibilità e il metodo di comunicazione più adeguato, che variava in base a ciascun carattere. Fatto ciò, l’insegnamento è proseguito gradualmente nonostante la fatica nel concentrarsi mostrata dagli studenti. Spesso occorre, con pazienza, ripetere più volte lo stesso concetto senza mai cadere nella monotonia, ma inventando sempre qualche nuova strategia.

C’è però un ostacolo a questo processo: la scarsa costanza degli studenti alle lezioni a causa della loro situazione familiare sfavorevole o dei loro impegni burocratici. Serve invece che studente e docente siano sempre gli stessi durante il percorso per garantire sia un ordine logico alle nozioni da apprendere sia una stessa metodologia di insegnamento. Così a me come ad altri in alternanza scuola lavoro è capitato che lo studente non fosse presente alla lezione o che da un certo periodo in poi non frequentasse più i corsi. Per questa ragione, abbiamo dovuto riprendere gli stessi argomenti base con studenti diversi. E il tempo a nostra disposizione per consentire loro di migliorare il livello di conoscenza della lingua italiana era quindi significativamente ridotto.

D’altra parte, è necessario che noi liceali ci assumiamo la responsabilità di essere costanti nella presenza per sfruttare al massimo la possibilità che ci viene offerta di entrare in un mondo lavorativo dove l’essere affidabili è una qualità imprescindibile.

Per concludere, riteniamo che questo progetto costituisca una valida opportunità di apprendimento, basato su una modalità di insegnamento innovativa improntata a trasmettere un messaggio di duplice natura: didattico e sociale.

Maria Chiara Milella e Nicole Arena