Mercoledì 14 novembre alle 18.30, il prof Diego Abenante, dell’Università di Trieste, docente di storia, cultura e e sistemi istituzionali nell’Asia Centrale tratterà degli islam politici in Pakistan.

Con le recenti elezioni presidenziali, la liberazione di Asia Bibi, e soprattutto l’arrivo di numerosi richiedenti asilo dal Pakistan, il tema è di particolare interesse non solo politico ma anche storico-culturale, anche nella prospettiva di un‘accoglienza intelligente dei nuovi abitanti pakistani in città.

L’incontro è inserito nel ciclo Geopolitica e Religioni organizzato insieme al LIMES CLUB TRIESTE

Ecco una breve presentazione della conferenza

L’immagine proposta dai media occidentali del Pakistan come “Stato fallito” e come società prigioniera del fondamentalismo islamico coglie, come spesso accade, solo un aspetto di una realtà più complessa. I rapporti tra l’Islam e lo Stato in Asia meridionale sono stati caratterizzati da una fondamentale ambiguità fin dalla Spartizione dell’India britannica nel 1947.

Nato come “patria” per i musulmani dell’India, a più di settant’anni dalla sua nascita, il Pakistan non ha ancora risolto la contraddizione fondamentale tra Islam e Nazione. Se vari leader politici pachistani, sia civili sia militari, hanno utilizzato la religione come strumento di “state-building”, questa si è paradossalmente rivelata un fattore di frammentazione e di conflitti interni, siano essi tra Sunniti e Sciiti o tra l’Islam e la comunità cristiana.

Le spinte verso il radicalismo si contrappongono però alla ricerca da parte della società civile di una riconciliazione tra identità musulmana e modernità. Una tendenza, questa, che proviene soprattutto dai giovani e dal mondo femminile. Nonostante le contraddizioni, il Pakistan ha evidenziato una straordinaria capacità di superamento delle crisi. Islamabad resta dunque un interlocutore fondamentale per il superamento dei conflitti regionali.