Come si trasforma il sindacato nelle economie 4.0 (economia automatizzata e digitalizzata) e GIG (economia dei lavori su richiesta, svolti in autonomia e a breve termine)?

Come si realizza la rappresentanza dei lavoratori in presenza di forme fluide di mansioni e contratti?

A queste questioni di stringente attualità era dedicato l’ultimo seminario della sessione primaverile del programma GEOPOLIS 2019-2020 del Centro Culturale Veritas. Relatore dell’incontro il professor Michele Faioli, giuslavorista del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro.

Rispondendo ad alcune domande prima dell’inizio del suo intervento, Faioli ha delineato uno dei nodi principali del mercato del lavoro: la semantica.

“L’incontro fra domanda e offerta di lavoro oggi ha almeno tre aspetti critici. Le differenze tra di essi sono sottili ma importanti: il primo problema è che la scuola e l’università formano figure che il mercato non richiede; il secondo sembra simile al primo ma di fatto non lo è: il mercato richiede figure professionali che al momento scuola e università non esprimono. Ultimo, ma non meno importante: le definizioni delle figure lavorative spesso non coincidono. Prendiamo la figura del “big data manager”: è un ingegnere, un informatico, uno statistico? Far dialogare i due mondi della formazione e della produzione è molto complicato”.

Quindi cosa si può suggerire ad un giovane che cerca lavoro?
“I giovani sono molto vicini al mondo 4.0, si può dire che ci navigano letteralmente dentro. Tuttavia ne parlano e lo vivono come dei tifosi di calcio che non hanno mai messo piede in campo. Il mio consiglio è quello di approfondire in modo accurato il funzionamento di questi strumenti, che sono e saranno sempre più al centro dei lavori di oggi e soprattutto di domani”.

La tecnologia può fornire strumenti più accurati per far incontrare domanda e offerta di lavoro? “Esistono strumenti digitali avanzati in grado di facilitare il contatto. Le agenzie pubbliche e private hanno a disposizione vaste banche dati online. È allo studio l’applicazione della blockchain per tenere un registro certificato delle competenze di studio e lavoro acquisite dai candidati”.

Per chi non sa cos’è una blockchain?
“Si tratta di un protocollo molto complesso che permette di conservare e gestire un registro che contiene informazioni e rapporti giuridici organizzati in blocchi su una rete di tipo peer-to-peer, cioè in assenza di un’organizzazione centralizzata. La catena di blocchi si forma come un treno su un binario: il binario è la blockchain, i vagoni sono le informazioni sui nodi della rete e sulle certificazioni. Attualmente il CNEL sta studiando l’applicazione di questo protocollo alle politiche attive del lavoro”.

Per saperne di più: Quaderni_Cnel_1_Blockchain