Si è svolta venerdì 1° febbraio al Centro culturale Paolino di Aquileia di Udine la presentazione della nuova edizione de “La Bibie”, la Bibbia in lingua friulana.

Ad aprire l’incontro, l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato; i saluti istituzionali della Regione sono stati portati dal vicepresidente Riccardo Riccardi. Presente anche il sindaco di Udine, Pietro Fontanini. Ospite di spicco il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti.

“La traduzione integrale della Bibbia in una lingua viva – ha detto Riccardo Riccardi – fornisce alla comunità dei parlanti uno strumento di maggiore comprensione dei testi sacri e, raggiungendo una più larga diffusione tra i fedeli, assume il ruolo di agente di unificazione sociale, di riconoscimento pubblico della propria identità e di arricchimento linguistico. La traduzione friulana della Bibbia ha dato e darà, anche con questa nuova edizione, riveduta e corretta soprattutto con riferimento alla grafia ufficiale approvata dalla Regione, un apporto significativo alla promozione e allo sviluppo della marilenghe”.

Il vicegovernatore ha ricordato l’impegno per la lingua friulana da parte della Regione a partire dal primo riconoscimento ufficiale della comunità linguistica friulana con la legge regionale 15 del 1996, alla quale sono poi seguite la legge nazionale n. 482 del 1999 e la più recente legge regionale n. 29 del 2007.

Numerose e significative le novità del volume, che non intaccano minimamente l’enorme e generoso lavoro di traduzione di don Antonio Bellina. Anzi. Mettono in luce tutta l’importanza del suo impegno e la straordinaria bellezza della lingua friulana.

La prima edizione de “La Bibie” è del dicembre 1977, una traduzione autorizzata ufficialmente dalla Cei “allo scopo di favorire la diffusione della Parola di Dio nella lingua nativa del Friuli Venezia Giulia”.

“A vent’anni di distanza da quella prima edizione, completamente esaurita da lungo tempo – spiega Gabriele Zanello, segretario dell’Istituto Pio Paschini che ha coordinato i lavori –, si era posta la necessità di una ristampa, sia per rispondere a quanti chiedevano di poter disporre nuovamente del volume per un uso personale, sia per promuovere l’uso della lingua friulana nella vita pastorale e liturgica delle comunità, rendendo così effettive le indicazioni dei documenti conciliari (in particolare Sacrosanctum Concilium e Dei Verbum)”.

Ecco allora che si è deciso di procedere anche a una revisione del testo. “Il lavoro più consistente – illustra Zanello –, è stato senza dubbio quello di adeguamento, condotto da don Romani Michelotti, della grafia della lingua friulana ai criteri standard che nel frattempo sono stati ufficialmente approvati e riconosciuti. Un intervento chiaramente non sostanziale sul testo ormai approvato dalla Cei, ma che ha consentito di rispettare ancor più pienamente e apprezzare ulteriormente alcune caratteristiche irrinunciabili della versione”. Non è mancata poi la correzione di alcuni refusi e di qualche piccola imprecisione nella traduzione”.