In attesa di ascoltare l’intervento dell’Imam di Trieste Nader Akkad sulla presenza musulmana in Italia, riportiamo alcune stime recenti della Fondazione Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) e del Pew Research center di Washington (USA).
Occorre premettere che in rispetto della privacy (l’appartenenza religiosa è un cosiddetto dato sensibile) non esistono archivi pubblici dedicati alle scelte religiose.
Gli statistici deducono i loro dati a partire dalla nazionalità di provenienza, quindi presumendo un bagaglio di valori, riti, riferimenti e tradizioni riconducibili a un dato contesto socio-culturale.
Da uno studio dell’Ismu pubblicato a ottobre 2017, tra gli oltre 5 milioni di stranieri residenti in Italia a inizio 2017, i cristiani risultano il 56% del totale degli stranieri residenti in Italia.
Tra i cristiani, gli ortodossi rappresentano il 55%, i cattolici il 35%, le altre fedi cristiane il 10%, mentre i musulmani sono solo poco più del 29%. Il restante 15 per cento è composto da altre religioni e da atei e agnostici (7,3%).
I musulmani sono soprattutto marocchini, albanesi, pakistani, bangladeshi, egiziani, tunisini e senegalesi.
In valore assoluto, le stime parlano di circa 1 milione e 700mila persone; in percentuale, si tratta di poco meno del 4% della popolazione italiana.
Il Pew Institute compie un monitoraggio permanente sulla diffusione dell’Islam nel mondo con stime che arrivano fino al 2050. L’aumento dell’incidenza previsto nell’Ue non supererà il 10% (attualmente è pari al 5% circa).
Per approfondire:
http://www.ismu.org/
http://www.dossierimmigrazione.it/
http://www.globalreligiousfutures.org/
(Nella foto: la moschea di Ravenna)