Si è svolta venerdì 27 settembre alle ore 18.30 presso la sala del Centro Culturale Veritas, in collaborazione con l’UCIIM e la Scuola Montessori “San Giusto” l’incontro “Lussuria 4.0: cybersex e pornodipendenza” con p. Giovanni Cucci S.I.

Qui si può ascoltare la conferenza:

Qui si può scaricare il PDF dell’intervento di p. Cucci:

CYBERSEX E PORNODIPENDENZA

 

P. Giovanni Cucci S.I.
Chi è P. Giovanni Cucci

Relatore è stato p. Giovanni Cucci S.I., laureato in filosofia presso l’Università Cattolica di Milano. Dopo gli studi di teologia ha ottenuto la licenza in psicologia e il dottorato in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana, materie che attualmente insegna nella medesima Università.

È membro del collegio scrittori de La Civiltà Cattolica. E proprio sulle pagine del quindicinale Cucci affronta il tema della pornodipendenza sulla rete in una serie di articoli pubblicati a partire dal 15 giugno scorso.

 

I dati sulla pornodipendenza

P. Cucci, che aveva affrontato l’argomento nel suo libro “Dipendenza sessuale online”, uscito nel 2015 per le edizioni Ancora, ha preso le mosse da alcuni dati recenti assai preoccupanti.

L’incremento della diffusione di siti porno­grafici è impressionante: nell’anno 2018 un solo sito pornografico ha registrato quasi 34 miliardi di visitatori (92 milioni al giorno), con un aumento di 14 milioni rispetto al 2017. Si parla in tutto di oltre 150 milioni di siti, di cui almeno 5 milioni specia­lizzati in pedopornografia.

È difficile avere dati precisi, ma sembra che il porno occupi il 30% del traffico internet, e ogni minuto registri 63.000 visitatori, con un gua­dagno di almeno 5.000 dollari al secondo.

Caratteristiche della pornodipendenza

In una recente intervista pubblicata dall’Agenzia di informazione religiosa (Sir), padre Cucci rileva che “Internet non ha creato la pornografia, così come non ha creato la dipendenza, il bullismo, la violenza, il gioco d’azzardo, l’isolamento sociale. Non si tratta dunque di fare il processo a un’invenzione che, come ogni altra, può essere usata per il bene o per il male”.

“Il cybersex – afferma  Cucci – è un virus che infetta la facoltà più alta dell’uomo: la sua intelligenza. Anzitutto a livello di immaginazione”.

“I siti frequentati finiscono per dominare la vita, lo studio, gli impegni di lavoro, le relazioni, lo svago, gli interessi, favorendo la tendenza a vedere le persone come corpi pornografici – ammonisce il gesuita -. Il dipendente trova sempre più difficoltà a vivere nella dimensione reale”.

“L’eccitazione provocata dalla pornografa sul web ha un fortissimo impatto atrofizzante sui processi cognitivi”, sulla “memoria, la riflessione, la capacità di attenzione ed elaborazione critica, e quindi sulla libertà” dell’individuo.

Tra le altre conseguenze indicate, anche la “spersonalizzazione del partner virtuale”. Citando alcuni studi, p. Cucci segnala che “l’accesso sempre più frequente a questi siti viene a erodere anche il desiderio e l’energia sessuale, con gravi conseguenze per il partner”. Infine, il “forte legame” tra pornografa e violenza. “Appare ancora più triste e opportunista la decisione a livello europeo, nel marzo 2013, di non bandirla dal web in tutte le sue forme”.

Il gesuita e psicologo si sofferma anche sulle precondizioni dello sviluppo di una dipendenza dal sesso “virtuale” che – rileva – “attecchisce solitamente in personalità che manifestano difficoltà nella vita ordinaria, insieme a ferite del passato”.

Vie d’uscita per un ritorno alla vita

L’articolo di Civiltà Cattolica presenta poi alcune possibili piste terapeutiche per un cammino di libertà e di ritorno alla vita.

In particolare si fa riferimento alla proposta dell’associazione Sex Addicts Anonymous (Saa) – strutturata sulla base del percorso terapeutico degli Alcolisti anonimi – che cerca di aiutare coloro che vivono la sessualità in modo com­pulsivo, evidenziando nel corso del tempo le stesse modalità distrut­tive riscontrate nella dipendenza da droga e alcol.

Vengono infine presentati i passi essenziali del percorso della Saa, che riprende molti punti della dottrina della Chiesa in materia di sessualità, mostrandone l’efficacia in chiave te­rapeutica.

In questo percorso, spiega Cucci, “appare fondamentale saper riconoscere i ‘fattori di innesco’” e imparare ad “addomesticare” Internet. E ancora, “accettare l’aiuto del gruppo, riconoscere le ferite del passato, non sottovalutare l’importanza di un cammino di fede, riscoprire l’altruismo e la sua grande efficacia terapeutica”.

A questo link gli abstract degli articoli su “La Civiltà Cattolica”:

https://www.laciviltacattolica.it/articolo/cybersex/
https://www.laciviltacattolica.it/articolo/affrontare-la-piaga-della-pornografia-online/
https://www.laciviltacattolica.it/articolo/il-cybersex-per-un-percorso-educativo-con-i-piu-giovani/